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BushiDō e PC

武士道

ovvero

Bushidō & PC

racconto

Il protagonista di questo racconto è una cara persona di mia conoscenza, un giovane, brillante e stimato Professore e Ricercatore presso una prestigiosa Facoltà universitaria; una persona equilibrata e con molti interessi.

Eclettico e di mente aperta, appassionato dell’Oriente, qualche anno fa, fu invitato a soggiornare per un periodo, in Giappone, per lavorare ad un progetto, in una importante organizzazione giapponese.

Un’esperienza stimolante, gratificante e altamente qualificativa, nell’ ambito professionale specifico della sua attività ma anche un’occasione unica per entrare in contatto, in forma privilegiata, in un contesto lontano dal proprio vissuto ed estremamente affascinante.

Per una persona interessata all’Estremo Oriente, alle sue tradizioni storiche, alle sue arti e alla sua filosofia, il poter vivere e lavorare, seppure per un periodo non lunghissimo, in una società tradizionalista come quella giapponese che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, si è ri-strutturata sul modello occidentale, ma nonostante questo è tuttora permeata di antiche consuetudini, si rivelava un’opportunità unica di approfondimento culturale ed esperienziale.

Era affiancato in questa situazione di lavoro, da una sua collega giapponese, con cui cooperava e che a sua volta aveva avuto l’opportunità di trarre profitto di un’esperienza simile in Italia.

Non turista, né viaggiatore, ma collaboratore specializzato, inserito in un progetto di studio e lavoro presso un autorevole ente, con una “guida” con cui era in confidenza (per quanto si possa entrare in confidenza con un giapponese!), si trovava a vivere nelle circostanze più favorevoli per conoscere o approfondire alcuni aspetti culturali del Giappone, altrimenti inaccessibili ai più.Bushido - la voie des Samurais

 

 

 

 

ventaglioTrascorso il suo primo periodo operativo, dopo sei mesi di permanenza in Giappone, stava organizzando il suo rientro in Italia; aveva il desiderio di acquistare qualche dono, da portare a delle persone particolari a cui era legato da stima, affetto ed interessi culturali, si proponeva di acquistare degli articoli che richiamassero alla tradizione giapponese. Si dedicò con piacere alla ricerca, conscio del fatto che certamente queste persone a lui care, avrebbero apprezzato il gesto di attenzione; cercava qualcosa che avesse un significato affettivo e un corrispondente simbolico.

Non stava cercando il solito souvenir di viaggio, ma qualcosa di specifico, di particolare, che potesse rappresentare, almeno in parte, il Giappone e il suo spirito nazionale.

Pensando ad un suo anziano amico, per lui, quasi un maestro, una persona singolare, un grande appassionato dell’Asia, oltre che serio studioso della storia del Giappone e in particolare della filosofia che sostiene le sue arti marziali, con cui condivideva il proprio interesse per l’Oriente e che sicuramente poteva apprezzare il segno, si convinse che portare in dono una versione moderna, in giapponese, del libro -Bushidō- che descrive l’etica e il codice di comportamento degli antichi guerrieri samurai, fosse il regalo più appropriato.

 

Bushido copertina ed.Sanno-kaiIl Bushidō (giapp. 武士道, la via del guerriero, dalle parole giapponesi Bushi 武士-guerriero, e Dō -Via o cammino), venne stilato da Tsuramoto Tashiro che raccolse le regole redatte da un monaco-guerriero in un antico testo alla fine del 1600; si tratta di un codice di condotta morale e una regola di comportamento. In esso sono raccolte le norme della disciplina, etica e militare della casta dei guerrieri; è un testo considerato fondamentale per la comprensione di alcuni aspetti dello spirito nazionale giapponese.

Successivamente queste regole furono rivisitate e ulteriormente definite nel corso dei secoli e l’opera, nelle varie trasposizioni e interpretazioni, è stata tradotta in molte lingue ed è tuttora attuale e molto diffusa anche in occidente.

Questo anziano amico, cultore appassionato e competente del Giappone, tra l’altro, aveva curato la prefazione, della traduzione italiana del testo di una versione, redatta da Inazô Nitobe.

Quale occasione migliore poteva presentarsi al nostro protagonista? Era la persona adatta, il luogo era il più appropriato e l’occasione la più idonea! Soddisfatto della propria decisione, con chiarezza d’idee e serena determinazione, si recò in una libreria per effettuare l’acquisto del libro. Nel primo negozio in cui entrò, erano sprovvisti del volume, anzi sembrava che non lo conoscessero affatto; pensò che presumibilmente dipendeva dalla sua pronuncia, forse non corretta, del titolo dell’opera. Fiducioso, spostò la sua ricerca in altre librerie; ma incomprensibilmente, con lo stesso sconfortante risultato!

Dopo alcuni tentativi infruttuosi, decise di farsi aiutare nella ricerca e chiese alla sua collega giapponese, certamente più esperta e più pratica della città, di accompagnarlo. Il libro del Bushidō non era reperibile in nessuna libreria, anzi sembrava che i commessi non fossero nemmeno al corrente, della sua esistenza! Sconcertato e perplesso, forse anche un po’ deluso, accantonò temporaneamente il suo proposito e, ormai vicino allo scadere del termine del suo soggiorno, si dedicò ai preparativi per il suo rientro in Italia.

Uno degli ultimi giorni, ormai prossimo alla sua imminente partenza dal Giappone, per una qualche motivazione, si fermò oltre il suo solito orario di lavoro, nei grandi e spaziosi uffici dell’importante azienda dove svolgeva il suo stage. Grandi aree open-space, suddivise in separè impersonali, in cui lavoravano centinaia di impiegati; ognuno di loro,Bushido libro R.Massi franceseseduto compostamente alla propria scrivania, stava operando davanti al proprio computer. Si stava approssimando lo scadere del turno di lavoro e c’era nell’ambiente un discreto e organizzato fermento per disporre, secondo un criterio a lui oscuro, il proprio spazio lavorativo.

 

 

Allo scadere dell’orario di lavoro, tutti gli impiegati, si alzarono ordinatamente in piedi, si riassettarono gli abiti e con estrema compostezza e dignità effettuarono, in sincronia assoluta, un perfetto inchino, un gasshō-合掌… al proprio PC; il computer, fedele strumento e compagno di lavoro!

gasshō合掌 è il termine giapponese che indica il gesto antico di unire i palmi delle mani ad accompagnare un saluto, una preghiera o un atto di devozione. Dizionario del buddismo. AVallardi Garzanti Editore s.p.a. 1994.

Allibito e quasi sotto shock, con estremo tatto, chiese educatamente, alla persona che lo accompagnava, una delucidazione riguardo alla scena a cui aveva appena assistito con sgomento. Il suo interlocutore, altrettanto gentilmente glielo spiegò: nelle piccole e grandi aziende giapponesi, così come in tutto il Paese, viene stimolato nella popolazione, fin dalla più tenera età, lo spirito di appartenenza, il senso di identificazione nell’insieme dell’unità nazionale.

SamuraiI dipendenti dunque, alla fine del proprio turno di lavoro ringraziavano, con il composto e antico gesto rituale del gasshō-合掌 il computer, esprimendogli riconoscenza per aver collaborato e aver così consentito, nel corso della giornata, di svolgere il proprio compito, per il bene comune dell’azienda e di conseguenza anche del Giappone stesso. Superato il primo momento di disorientamento, il giovane professore fece mente locale e si rese conto che i dipendenti dell’azienda, stavano applicando nel quotidiano, più o meno inconsciamente, i principi del Bushidō.

Ereditati e trasmessi nel corso dei secoli, i principi dell’etica del Bushidō, assorbiti geneticamente, affioravano nell’epoca moderna, riadattati alle circostanze; non più spade da Samurai ma PC e tecnologia avanzata. Rimaneva inalterato lo spirito di dedizione al proprio Shōgun-将軍: l’azienda. Non era necessario, anzi era quasi superfluo, qualsiasi libro che ne spiegasse i contenuti e i significati, quando questi erano parte integrante del proprio vissuto di ogni giorno!

Cristina Radivo

Ringrazio Ermanno Visintainer, per il contributo relativo alla corretta grafia e ai caratteri kanji dei termini giapponesi.

Nota: non mi reputo assolutamente un’esperta nell’argomento, tutt’altro. La mia indole di osservatrice appassionata, della natura dell’individuo e dei suoi comportamenti, è per me, continuo spunto di riflessione e di evoluzione personale. Mi auguro che queste righe siano, per l’incauto lettore, di incoraggiamento all’approfondimento del tema e di sottile divertimento, senza giudizio alcuno nei confronti degli ignari protagonisti.

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